GLI AMBIENTI CONVENTUALI
IL CHIOSTRO
Di notevole pregio artistico e culturale è il chiostro di pianta quadrata composto da arcate e colonne e al centro un piccolo giardinetto, attorno al quale vi sono delle stanze, il refettorio, la cucina e la clausura con il dormitorio. Dal 10 maggio 1725 all’ottobre dello stesso anno il guardiano del tempo, padre Rametta fece affrescare il chiostro dall’artista Giuseppe Tamo da Brescia, il quale dipinse la vita di San Francesco secondo un preciso ciclo pittorico e l’agiografia del suo Ordine. Nel dettaglio partendo dal portone d’ingresso nella prima lunetta, un tempo vi era la Madonna dell’Elemosina tra i Santi Placido e Zenone che a causa di una cattiva opera di conservazione è stata cancellata mentre gli altri affreschi col tempo furono rimaneggiati e alcuni coperti con latte di calce. A seguire le 31 lunette sono interrotte da medaglioni ovali dove sono raffigurati vescovi, papi e principi legati all’Ordine riccamente incorniciati da motivi floreali. Sotto ciascuna lunetta fino al 1938 una dicitura spiegava il soggetto, oggi purtroppo cancellata; mentre è possibile notare in un particolare anche l’antica chiesa del convento del settecento. Nella decima lunetta che riproduce lo stemma francescano vi sono scritti i nomi dei Giurati di Biancavilla e il padre Guardiano, datato 1725, a perenne memoria.
A Gennaio 2017 sono iniziati i restauri degli affreschi. Dai primi lavori è scoperto l'antico dipinto "La Madonna dell'Elemosina tra i Santi Placido e Zenone," che come specificato sopra, si riteneva perduto (attualmente è visibile solo San Zenone). La campagna di restauro si è conclusa ad agosto 2017 e nell'estate 2018 il pavimento è stato completamente rifatto, con il posizionamento del cotto siciliano(intervallato con piccole lastre di pietra lavica).
Il 21 ottobre 2018, il Ministro Provinciale Fra Alberto Marangolo O.F.M., ha benedetto il rinnovato chiostro, alla presenza dei fedeli tutti e di alcuni frati che hanno operato in questo Convento.
Nell'estate 2019 è stata ristrutturata la facciata e nel dicembre 2019 è stata posizionata, al centro di una dismessa vasca, la statua di Santa Chiara d'Assisi, benedetta giorno 8 dicembre, Solennità dell'Immacolata.
IL REFETTORIO, LA CLAUSURA E LA BIBLIOTECA
Un altro luogo importante della struttura e vita del convento era l’antico refettorio dove un tempo i frati consumavano i pasti quotidiani. Al suo interno ancora oggi è possibile ammirare l’affresco del “L’Ultima cena” di Giovanni Lo Coco di Acireale, risalente al secolo XVIII. Nell’opera, posta sopra la porta d’ingresso, da notare un particolare, un vero anacronismo storico, uno degli apostoli, infatti, è stato raffigurato con gli occhiali. I frati non consumano più i pasti in questi locali, adibito per incontri e riunioni, ma in un moderno posto ai piani superiori del convento, dove sono conservate altre opere, quali una moderna Crocifissione del biancavillese Antonio Arena del XX secolo e una Madonna col Bambino del XIX secolo. Da una scalinata in cemento armato si accede ai locali superiori della clausura; da sottolineare la presenza di due affreschi di “San Pietro d’Alcantara” , ubicato nella stessa scalinata interna, e “La Madonna del Fiume” situato nella volta dei corridoi sempre della clausura(restaurato nel 2020). Le opere settecentesche non sono documentate e citate gli autori , mentre altri quadri riconducibili ai secc. XVIII e XIX sono di particolare pregio artistico. In un locale attiguo al coro del convento, infine, sono custoditi libri e documenti risalenti al settecento, non fruibile al pubblico.
L'ANTICA VIA CRUCIS
Nel 1707 fu posta una Croce sul sagrato della chiesa avente una base opera di Mercurio Allegra; purtroppo venne danneggiata durante i bombardamenti del 1943 e infine rimossa durante i lavori di costruzione dell’allora circonvallazione e attuale via Cristoforo Colombo tra gli anni 1950-60. Un altro aspetto storico-artistico dal 1733 era rappresentato dalle 14 edicole della Via Crucis, ovvero le “stazioni” della passione e morte di Gesù Cristo che da via Giulio Verne, già Convento, giungevano ai lati del prospetto dell’edificio sacro. Fino agli anni ’40 si poteva ammirare anche la prima, più piccola, dove al suo interno vi era collocata la raffigurazione di San Francesco con il lupo nei pressi della chiesa di Sant’Orsola, mentre le altre 14 erano collocate lungo un bel viale alberato sino al convento dei frati minori. Fino al 1966, in seguito alla trasformazione, riqualificazione e costruzione della nuova via Cristoforo Colombo, le stazioni furono demolite definitivamente. L’ultima testimonianza è quella posta sul prospetto del Campo Santo, dove al suo interno è stata collocata negli ’90 una singolare “Maria SS. di Biancavilla” dello scultore Tullio Aceto.
Di notevole pregio artistico e culturale è il chiostro di pianta quadrata composto da arcate e colonne e al centro un piccolo giardinetto, attorno al quale vi sono delle stanze, il refettorio, la cucina e la clausura con il dormitorio. Dal 10 maggio 1725 all’ottobre dello stesso anno il guardiano del tempo, padre Rametta fece affrescare il chiostro dall’artista Giuseppe Tamo da Brescia, il quale dipinse la vita di San Francesco secondo un preciso ciclo pittorico e l’agiografia del suo Ordine. Nel dettaglio partendo dal portone d’ingresso nella prima lunetta, un tempo vi era la Madonna dell’Elemosina tra i Santi Placido e Zenone che a causa di una cattiva opera di conservazione è stata cancellata mentre gli altri affreschi col tempo furono rimaneggiati e alcuni coperti con latte di calce. A seguire le 31 lunette sono interrotte da medaglioni ovali dove sono raffigurati vescovi, papi e principi legati all’Ordine riccamente incorniciati da motivi floreali. Sotto ciascuna lunetta fino al 1938 una dicitura spiegava il soggetto, oggi purtroppo cancellata; mentre è possibile notare in un particolare anche l’antica chiesa del convento del settecento. Nella decima lunetta che riproduce lo stemma francescano vi sono scritti i nomi dei Giurati di Biancavilla e il padre Guardiano, datato 1725, a perenne memoria.
A Gennaio 2017 sono iniziati i restauri degli affreschi. Dai primi lavori è scoperto l'antico dipinto "La Madonna dell'Elemosina tra i Santi Placido e Zenone," che come specificato sopra, si riteneva perduto (attualmente è visibile solo San Zenone). La campagna di restauro si è conclusa ad agosto 2017 e nell'estate 2018 il pavimento è stato completamente rifatto, con il posizionamento del cotto siciliano(intervallato con piccole lastre di pietra lavica).
Il 21 ottobre 2018, il Ministro Provinciale Fra Alberto Marangolo O.F.M., ha benedetto il rinnovato chiostro, alla presenza dei fedeli tutti e di alcuni frati che hanno operato in questo Convento.
Nell'estate 2019 è stata ristrutturata la facciata e nel dicembre 2019 è stata posizionata, al centro di una dismessa vasca, la statua di Santa Chiara d'Assisi, benedetta giorno 8 dicembre, Solennità dell'Immacolata.
IL REFETTORIO, LA CLAUSURA E LA BIBLIOTECA
Un altro luogo importante della struttura e vita del convento era l’antico refettorio dove un tempo i frati consumavano i pasti quotidiani. Al suo interno ancora oggi è possibile ammirare l’affresco del “L’Ultima cena” di Giovanni Lo Coco di Acireale, risalente al secolo XVIII. Nell’opera, posta sopra la porta d’ingresso, da notare un particolare, un vero anacronismo storico, uno degli apostoli, infatti, è stato raffigurato con gli occhiali. I frati non consumano più i pasti in questi locali, adibito per incontri e riunioni, ma in un moderno posto ai piani superiori del convento, dove sono conservate altre opere, quali una moderna Crocifissione del biancavillese Antonio Arena del XX secolo e una Madonna col Bambino del XIX secolo. Da una scalinata in cemento armato si accede ai locali superiori della clausura; da sottolineare la presenza di due affreschi di “San Pietro d’Alcantara” , ubicato nella stessa scalinata interna, e “La Madonna del Fiume” situato nella volta dei corridoi sempre della clausura(restaurato nel 2020). Le opere settecentesche non sono documentate e citate gli autori , mentre altri quadri riconducibili ai secc. XVIII e XIX sono di particolare pregio artistico. In un locale attiguo al coro del convento, infine, sono custoditi libri e documenti risalenti al settecento, non fruibile al pubblico.
L'ANTICA VIA CRUCIS
Nel 1707 fu posta una Croce sul sagrato della chiesa avente una base opera di Mercurio Allegra; purtroppo venne danneggiata durante i bombardamenti del 1943 e infine rimossa durante i lavori di costruzione dell’allora circonvallazione e attuale via Cristoforo Colombo tra gli anni 1950-60. Un altro aspetto storico-artistico dal 1733 era rappresentato dalle 14 edicole della Via Crucis, ovvero le “stazioni” della passione e morte di Gesù Cristo che da via Giulio Verne, già Convento, giungevano ai lati del prospetto dell’edificio sacro. Fino agli anni ’40 si poteva ammirare anche la prima, più piccola, dove al suo interno vi era collocata la raffigurazione di San Francesco con il lupo nei pressi della chiesa di Sant’Orsola, mentre le altre 14 erano collocate lungo un bel viale alberato sino al convento dei frati minori. Fino al 1966, in seguito alla trasformazione, riqualificazione e costruzione della nuova via Cristoforo Colombo, le stazioni furono demolite definitivamente. L’ultima testimonianza è quella posta sul prospetto del Campo Santo, dove al suo interno è stata collocata negli ’90 una singolare “Maria SS. di Biancavilla” dello scultore Tullio Aceto.