LA CHIESA DEL CONVENTO
La chiesa di San Francesco è ubicata alla fine di via Giulio Verne, l'antica via Convento, in uno slargo che dal 17 maggio 2014 ha assunto il nome di Piazza San Francesco d'Assisi, in seguito alla benedizione di una statua del Poverello posta a sinistra e grazie anche all'Amministrazione Comunale del tempo; a destra della piazza sussiste l’ingresso principale del Campo Santo cittadino.
Il prospetto
La facciata della chiesa è molto semplice, unico elemento decorativo è il portale in pietra lavica di stile barocco, i cui stipiti raffigurano due colonne in stile dorico che sostengono un timpano rettilineo spezzato. Una finestra rettangolare presenta decori in pietra bianca ed è posta sul timpano dando luce all’interno della chiesa. Da sottolineare una epigrafe latina“Sapientia ædificavit sibi domum, ad illuminandos fideles, sedentes in tenebris” la cui data di fondazione risale al 25 marzo 1686. Il portone, in legno di castagno del XX secolo, è finemente scolpito e vi sono rappresentati i simboli della cristianità e della passione di Gesù; esso è opera dello scultore biancavillese Giuseppe Salomone e fu commissionata da frate Alessandro Bartolotta.
Tra novembre 2015 e gennaio 2016 è stata rifatta la facciata sia della Chiesa che del Convento, donata quasi interamente da un benefattore.
L’interno
L’interno della chiesa è ad un’unica navata rettangolare che si conclude con l’area presbiterale dove era situato l’altare maggiore in legno scolpito, diviso in tre campate ornate da lesene con capitelli di stile ionico, i quali sostengono un cornicione profilato in nero. Nel gennaio 2015 dopo lavori nell'area presbiterale è stato collocato un nuovo altare e ambone in marmo e benedetto domenica 25 prima della celebrazione Eucaristica presieduta da fra Antonio Vitanza ofm.
L'ambone in marmo presenta in alto la raffigurazione di un leone a simboleggiare il “Leone di Giuda”; Giuda era il fondatore di una tribù ebraica a cui apparteneva il quarto figlio di Giacobbe; l'associazione tra Giuda e il leone può essere innanzitutto trovata nella benedizione di Giacobbe a Giuda di cui si legge nella Genesi; inoltre sia il re Davide che Gesù discendono dalla tribù di Giuda, di cui il leone è simbolo. Il Leone di Giuda è anche un'espressione usata nell'Apocalisse per indicare il Messia. Inoltre sono state collocate due croci e al centro una stella a otto punte che rimanda al giorno dopo i 7 giorni della creazione, l'ottavo, il giorno della risurrezione di Cristo, ossia la nuova creazione. Successivamente è stato collocato in basso anche l’Agnello Pasquale il quale simboleggia la mitezza, la mansuetudine, anche di fronte alla morte, così come lo è stato Gesù, che non aprì bocca durante la crocifissione.
L'Altare maggiore collocato al centro è in marmo policromo e presenta la raffigurazione della Sacra Famiglia all'interno di motivi ornamentali.
Entrando, sulla volta d’ingresso, si può notare un primo affresco di anonimo che richiama la consacrazione della chiesa mentre un secondo vi è raffigurato il re David, sempre di anonimo, che sovrasta il coro pensile. La volta è a vela e presenta stucchi e affreschi; da sottolineare che la chiesa ha subito lavori, nei secoli, di tinteggiatura come si evince nella volta già negli anni 1686, 1772, 1951, 1977 e nel 2014 precisamente domenica 27 luglio, in ricordo del 330° anniversario dell'arrivo dei primi frati minori a Biancavilla. Al centro della volta è possibile ammirare “L’Assunzione della Beata Vergine Maria con la Santissima Trinità”, opera del pittore palermitano Olivio Sozzi del 1759, mentre “L’Apoteosi di San Francesco” è opera del suo allievo Sebastiano Lo Monaco, in epoca successiva, ed è posta sulla volta del presbiterio.
Escludendo l’altare maggiore, la chiesa presenta sei altari in marmo, partendo da sinistra vi è quello dedicato a Sant’Antonio di Padova, dove all’interno di una nicchia è collocata la statua lignea del XX secolo del santo. A seguire il dipinto de “La Madonna del Carmelo tra i Santi Ludovico vescovo, Agata, Bonaventura e Bernardino da Siena”, olio su tela del 1759 di Olivio Sozzi; a rafforzare la data di realizzazione in basso a destra del dipinto la scritta “Ex devotione Rev. Sac. Bartolomei Castelli anno 1759”.
Ultimo altare di sinistra quello del Crocifisso, di fine seicento, che secondo il sacerdote Francesco Rametta, la cura dell’altare e l’opera d’arte fu commissionata da suor Maria di Gesù Piccione; il 23 dicembre 2018 è tornato al suo antico splendore dopo un significativo intervento di restauro che ha permesso di riscoprire le fattezze originali, i lineamenti artistici dell’opera interamente realizzata in gesso.
Sono stati pure recuperati i colori originari, andati perduti nel corso del tempo per interventi poco scrupolosi con ducotone e prodotti non appropriati. È stata realizzata pure una nuova corona di spine, creata da Dino Costa; peculiarità da sottolineare che rispetto ai Crocifissi presenti nelle chiese della città, il capo del Cristo è rivolto verso il cielo. Ai piedi si trovava un quadro della Madonna Addolorata in sostituzione di un antico ovale settecentesco, trafugato nel gennaio del 1975.
Gli altari di destra, partendo dal presbiterio vi è quello dedicato all’Immacolata Concezione, simulacro marmoreo posto anch’esso all’interno di una nicchia, incoronata l’11 dicembre 2004 dall’Arcivescovo Metropolita di Catania, Monsignor Salvatore Gristina. L’opera, risalente al XVIII secolo, secondo storici locali è da attribuire ad un artista di Taormina, Paolo Greco, per munificenza delle sorelle Rosa e Remigia Piccione. Lo stesso scultore realizzò l’altare maggiore marmoreo, successivamente rimosso negli ’60 e sostituito con base lignea e una Croce posta sul sagrato della chiesa nel 1707 con base opera di Mercurio Allegra. Purtroppo venne danneggiata durante i bombardamenti del 1943 e infine rimossa durante i lavori di costruzione dell’allora circonvallazione e attuale via Cristoforo Colombo.
Il secondo altare di destra è dedicato al patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi; è collocato all’interno di una nicchia. Infine vi è l’altare dedicato a San Pasquale Baylon, statua lignea di fine XVIII secolo scolpita a Roma. Con dei gradini si accede al presbiterio posto più in alto rispetto al piano della chiesa, e sull’arcone di accesso in alto si può notare gli anni dei lavori di restauro; il primo nell’anno 1772, quando vennero realizzati le prime decorazioni e gli stucchi.
Sulla parte superiore dell’altare maggiore sussiste un monogramma mariano, mentre in legno massiccio con intarsi risalente al XVIII secolo è presente una tela de “La Madonna degli angeli e i Santi Francesco d’Assisi, Antonio di Padova e Chiara d’Assisi” incorniciata da quattro colonne, due per lato, in basso al centro il tabernacolo ligneo. Fino al 1969, la base dell’altare era in marmo, quando fu sostituito con una base lignea, oggi di nuovo marmorea. In epoca recente, nel 2005 dietro questa “macchina scenografica” sono stati scoperti elementi decorativi da attribuire sicuramente a Giuseppe Tamo da Brescia.
Fino a gennaio 2015 la mensa era in legno scolpita, opera dello scultore biancavillese Giuseppe Salomone datata 1977, oggi conservata nell'archivio storico del convento. Sempre nell’area presbiterale sul lato destro vi è un dipinto su tela di fine seicento che raffigura “L’estasi di San Pietro di Alcantara”, sullo sfondo la Croce e il Santo sorretto da angeli. Sul lato sinistro da una piccola porta si accede ai locali della sagrestia, dove al suo interno sopra il lavabo è presente in una nicchia una statua che intima di fare silenzio e di fronte all’ingresso è posto un armadio ligneo dove al suo interno custodisce parati sacri; esso sostituì un antico armadio ligneo settecentesco trafugato negli anni ’80.
(nella foto in alto: La Chiesa San Francesco ornata per la riapertura al culto dopo i lavori di ritinteggiatura del 2014)
Il prospetto
La facciata della chiesa è molto semplice, unico elemento decorativo è il portale in pietra lavica di stile barocco, i cui stipiti raffigurano due colonne in stile dorico che sostengono un timpano rettilineo spezzato. Una finestra rettangolare presenta decori in pietra bianca ed è posta sul timpano dando luce all’interno della chiesa. Da sottolineare una epigrafe latina“Sapientia ædificavit sibi domum, ad illuminandos fideles, sedentes in tenebris” la cui data di fondazione risale al 25 marzo 1686. Il portone, in legno di castagno del XX secolo, è finemente scolpito e vi sono rappresentati i simboli della cristianità e della passione di Gesù; esso è opera dello scultore biancavillese Giuseppe Salomone e fu commissionata da frate Alessandro Bartolotta.
Tra novembre 2015 e gennaio 2016 è stata rifatta la facciata sia della Chiesa che del Convento, donata quasi interamente da un benefattore.
L’interno
L’interno della chiesa è ad un’unica navata rettangolare che si conclude con l’area presbiterale dove era situato l’altare maggiore in legno scolpito, diviso in tre campate ornate da lesene con capitelli di stile ionico, i quali sostengono un cornicione profilato in nero. Nel gennaio 2015 dopo lavori nell'area presbiterale è stato collocato un nuovo altare e ambone in marmo e benedetto domenica 25 prima della celebrazione Eucaristica presieduta da fra Antonio Vitanza ofm.
L'ambone in marmo presenta in alto la raffigurazione di un leone a simboleggiare il “Leone di Giuda”; Giuda era il fondatore di una tribù ebraica a cui apparteneva il quarto figlio di Giacobbe; l'associazione tra Giuda e il leone può essere innanzitutto trovata nella benedizione di Giacobbe a Giuda di cui si legge nella Genesi; inoltre sia il re Davide che Gesù discendono dalla tribù di Giuda, di cui il leone è simbolo. Il Leone di Giuda è anche un'espressione usata nell'Apocalisse per indicare il Messia. Inoltre sono state collocate due croci e al centro una stella a otto punte che rimanda al giorno dopo i 7 giorni della creazione, l'ottavo, il giorno della risurrezione di Cristo, ossia la nuova creazione. Successivamente è stato collocato in basso anche l’Agnello Pasquale il quale simboleggia la mitezza, la mansuetudine, anche di fronte alla morte, così come lo è stato Gesù, che non aprì bocca durante la crocifissione.
L'Altare maggiore collocato al centro è in marmo policromo e presenta la raffigurazione della Sacra Famiglia all'interno di motivi ornamentali.
Entrando, sulla volta d’ingresso, si può notare un primo affresco di anonimo che richiama la consacrazione della chiesa mentre un secondo vi è raffigurato il re David, sempre di anonimo, che sovrasta il coro pensile. La volta è a vela e presenta stucchi e affreschi; da sottolineare che la chiesa ha subito lavori, nei secoli, di tinteggiatura come si evince nella volta già negli anni 1686, 1772, 1951, 1977 e nel 2014 precisamente domenica 27 luglio, in ricordo del 330° anniversario dell'arrivo dei primi frati minori a Biancavilla. Al centro della volta è possibile ammirare “L’Assunzione della Beata Vergine Maria con la Santissima Trinità”, opera del pittore palermitano Olivio Sozzi del 1759, mentre “L’Apoteosi di San Francesco” è opera del suo allievo Sebastiano Lo Monaco, in epoca successiva, ed è posta sulla volta del presbiterio.
Escludendo l’altare maggiore, la chiesa presenta sei altari in marmo, partendo da sinistra vi è quello dedicato a Sant’Antonio di Padova, dove all’interno di una nicchia è collocata la statua lignea del XX secolo del santo. A seguire il dipinto de “La Madonna del Carmelo tra i Santi Ludovico vescovo, Agata, Bonaventura e Bernardino da Siena”, olio su tela del 1759 di Olivio Sozzi; a rafforzare la data di realizzazione in basso a destra del dipinto la scritta “Ex devotione Rev. Sac. Bartolomei Castelli anno 1759”.
Ultimo altare di sinistra quello del Crocifisso, di fine seicento, che secondo il sacerdote Francesco Rametta, la cura dell’altare e l’opera d’arte fu commissionata da suor Maria di Gesù Piccione; il 23 dicembre 2018 è tornato al suo antico splendore dopo un significativo intervento di restauro che ha permesso di riscoprire le fattezze originali, i lineamenti artistici dell’opera interamente realizzata in gesso.
Sono stati pure recuperati i colori originari, andati perduti nel corso del tempo per interventi poco scrupolosi con ducotone e prodotti non appropriati. È stata realizzata pure una nuova corona di spine, creata da Dino Costa; peculiarità da sottolineare che rispetto ai Crocifissi presenti nelle chiese della città, il capo del Cristo è rivolto verso il cielo. Ai piedi si trovava un quadro della Madonna Addolorata in sostituzione di un antico ovale settecentesco, trafugato nel gennaio del 1975.
Gli altari di destra, partendo dal presbiterio vi è quello dedicato all’Immacolata Concezione, simulacro marmoreo posto anch’esso all’interno di una nicchia, incoronata l’11 dicembre 2004 dall’Arcivescovo Metropolita di Catania, Monsignor Salvatore Gristina. L’opera, risalente al XVIII secolo, secondo storici locali è da attribuire ad un artista di Taormina, Paolo Greco, per munificenza delle sorelle Rosa e Remigia Piccione. Lo stesso scultore realizzò l’altare maggiore marmoreo, successivamente rimosso negli ’60 e sostituito con base lignea e una Croce posta sul sagrato della chiesa nel 1707 con base opera di Mercurio Allegra. Purtroppo venne danneggiata durante i bombardamenti del 1943 e infine rimossa durante i lavori di costruzione dell’allora circonvallazione e attuale via Cristoforo Colombo.
Il secondo altare di destra è dedicato al patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi; è collocato all’interno di una nicchia. Infine vi è l’altare dedicato a San Pasquale Baylon, statua lignea di fine XVIII secolo scolpita a Roma. Con dei gradini si accede al presbiterio posto più in alto rispetto al piano della chiesa, e sull’arcone di accesso in alto si può notare gli anni dei lavori di restauro; il primo nell’anno 1772, quando vennero realizzati le prime decorazioni e gli stucchi.
Sulla parte superiore dell’altare maggiore sussiste un monogramma mariano, mentre in legno massiccio con intarsi risalente al XVIII secolo è presente una tela de “La Madonna degli angeli e i Santi Francesco d’Assisi, Antonio di Padova e Chiara d’Assisi” incorniciata da quattro colonne, due per lato, in basso al centro il tabernacolo ligneo. Fino al 1969, la base dell’altare era in marmo, quando fu sostituito con una base lignea, oggi di nuovo marmorea. In epoca recente, nel 2005 dietro questa “macchina scenografica” sono stati scoperti elementi decorativi da attribuire sicuramente a Giuseppe Tamo da Brescia.
Fino a gennaio 2015 la mensa era in legno scolpita, opera dello scultore biancavillese Giuseppe Salomone datata 1977, oggi conservata nell'archivio storico del convento. Sempre nell’area presbiterale sul lato destro vi è un dipinto su tela di fine seicento che raffigura “L’estasi di San Pietro di Alcantara”, sullo sfondo la Croce e il Santo sorretto da angeli. Sul lato sinistro da una piccola porta si accede ai locali della sagrestia, dove al suo interno sopra il lavabo è presente in una nicchia una statua che intima di fare silenzio e di fronte all’ingresso è posto un armadio ligneo dove al suo interno custodisce parati sacri; esso sostituì un antico armadio ligneo settecentesco trafugato negli anni ’80.
(nella foto in alto: La Chiesa San Francesco ornata per la riapertura al culto dopo i lavori di ritinteggiatura del 2014)